mercoledì 2 maggio 2007

Una fimmina timorata

Carissima Samanda,

ti scrivi una tua affizzionatissima littrice e macari io, come Taninè, ho un busillisi ca non mi fa dormiri a notti…insomma passu nuttati e nuttati con l’occhi sbarracati pinzannu e ripinzannu a questa cosa. Ho cosi di moriri e puru tanticchia di russuri a parlarne. Ma saccio macari che tu sei fimmina di munnu e sogno sicura che mi poi aiutare.
Tantu pi cuminzari sogno maritata e il matrimonio è già bellu chee cunzumatu…
Friquentanto la chiesa, comu fanno tutte le fimmine assinnate, ho canosciuto una parrocchiana che vieni dal nord. Tutte le fimmini della cumunità ci riuniamo una vota a simana per fari l’esercizi, chiddri spirituali, e invitammo macari chista nova arrivata. Brava picciotta assà è, sempre disponibili e amurusa.
Ora tu ti stai addimannanno chi poblema c’è. Il poblema c’è, ed è una cosa seria. Chista picciotta è beddra, beddra assai. E tutte le vote che la viu addiventu russa como un pipironi, lo stomaco mi doli, come se fossi stata pigliata a cauci e macari ho fattu pinzera strammi supra di iddra ccu mmia… insomma pinzera vastasi. Di notti mi sonno cose, ma cose che no ho fatto manco 'nzemmula a mio marito.
Ora io mi addumanno e ti addumanno: non è ca per caso sognu malata di qualiche malatia grave? Queste cose sono contra natura, macari il papa lo dici. Manco al parrino ho avuto il coraggio di confissarlo, capaci ca mi scumunica… Chi vrigogna sarebbe per me e per la me famiglia.
Aiutami con qualiche parola e illuminami con i tuoi pinzera sempre saggi. Questa storia va avanti già da un misi e io volisse putiri turnari a dormiri tranquilla.

Vasuna assà, tua affizzionatissima Trìsina.
(Lettera realmente pervenuta alla redazione)

***

Cara Trìsina, come qualmenti mi trovai assai lontano da casa perchè avevo le morroiti e il dottori Lupatello mi avia a tagliari l'ano, che non sapìa socco era ma poi mi disse che era il purtuso del culo, quante ne hanno questi medichicchi! Dunque, andiamo al tuo pobblema, che in effetti è un grosso pobblema. Io non ho di questi momenti, eppoi me marito, con rispetto parlando, mi fa sempre sentire soddispatta, che lui in mezzo alle gambe ci ha un motopico sempri acceso. Ma parò sento che a certe fimminazze piaccio, sopratutto a una monaca sorella del patripà della mannilà. Io ti devo dire che a me questa cosa di piacere a una fimmina che ha le minne come me e lo sticchio macari non la capisco. So che le lesbiche fanno i nummari, ma io preferisco sentire dentro un bel marruggio di quelli rabbatiddisi giusti. Una vonta, però, successe che una cammarera della casa mi fece scola di sesso. avevo tredici annuzzi ma di forma ero come una di venti, e quella mi diceva che prima o poi un mascolo mi avrebbe deflorata, che ancora oggi non capisco chi mirra voli diri ma forse era sempri quel famoso marruggio che a mia mi piaci tanto tastare ognintanto. Questa Caterina una volta mi spogliò e si mise a tuccàrimi giusta, tanto che a un certo punto mi sentii una cosa calda tra le gambe, e pensando che me la feci dincoddo mi abbrigognai assai, invece mi spiegò che era l'umore. Ma il mio umore era cattivo, perchè era la prima vonta che un'altra fimmina si permetteva certe cose, tipo la lingua sulla linguetta. Comunchi lì per lì sentii piacere, ma dopo fui imbarazzata e non volli più farlo, eppoi l'anno appresso un mascolone vero mi fece abbidere il paradiso. Dunchi, cara Trìsina, si ora dopo che hai tastato l'affare vuoi tastare l'affarina vedi tu, a mia la cosa non mi piaci e al massimo mi puoi immitare a taliare dal buco.
Tua Samanda

mercoledì 28 marzo 2007

Parrachi, socialisti e assoluzioni

Cara Samanda,

intanto complimenti per la trasmissioni. A Montelusa un giornali satirico ci voliva proprio. Anchi picchì spesso non c'è un cazzo d'arridiri...

Ma vengo al dunchi. Mi chiamo Gaetana, Taninè per l'amici, e ho un poblemino. Il mio parraco non mi voli dari l'assoluzioni picchì dice che non mi deve piacere quannu cu me marito lo facciamo alla socialista. E quarchi vota anche alla comunista.

Io non capiscio intanto picchì non mi dovisse piaciri farlo come si fa a sinistra. E poi io non ci arrinuncerei. Anchi picchì mio marito Filip... ehm... mio marito insomma, a iddru ci piaci assà farlo accussì e pinzino in modi extraparlamentari si diciva ai bei tempi della gioventù.

Ora m'arritrovo con questa quistioni che il parraco non mi voli dari l'assoluzioni. E si fussi in punto di morti chi fa non mi darebbi l'estrema unzioni?

Ora io addumanno a lei: è giusto? In fondo semu maritati.

Grazie per l'attenzioni e ancora auguri per la splentita iniziativa.

Lettera firmata

***

Cara Taninè, questo patripà a mia pirsonalementi mi pari un calacione. L'assoluzioni si dona sempri, anzi, t'ajo a dire che la dette pure a me patri Gnàccolo che viniva di li monti Blei quando ci contai che mi piaceva sucari, e lui mi parìa interessato assai a questa cosa, ma parò non voleva assolurmi. Anche pirchì poi mi addomannò se lo facìamo "more pecudum", io non saccio manco lo taliano, figurarisi lo latinorum, al che mi disse che me lo faceva vedere lui, e devo dire che era quasi quasi ca meglio di mio marito, e poi che me lo fece vedere mi diede l'assoluzioni.

Poi tornando a te non capiscio questa cosa di socialista, comunista, extraparlamentari...Si socialista significa ca oltre a tuo marito fai la picuredda puru con i compagni allora avi arraggione lui. Si alla comunista significa che ti fai spurtusare puru con fangi e martello allora ava arraggioni il parrino. Si extraparlamentari invece significa che invece di parlamentari ci date dentro, allora meriti l'assoluzioni, e fa male lui, pirchè marito e moglie sono maritati e quindi... Però io pirsonalemnte al parrino ci chiederei se vuole vedere lui, nella tana, così si persuade meglio.
Un abbraccio e un sabbenedica dalla tua
Samanda